CASALE SUL
SILE (31.07.2014). Presentato questa
sera il documento di sintesi del Gruppo di lavoro di via del Carmine il cui compito era di conoscere ed analizzare sia lo
stato di fatto dell’area di via del Carmine (dove sono stoccate tonnellate di materiali
provenienti dall'inceneritore di Trieste) sia la proposta della C.R.C. srl che su
quell’area vuole realizzare un impianto a biomasse e un impianto crematorio in cambio della bonifica.
Sul progetto
la giunta Giuliato aveva manifestato nell’agosto del 2013 il proprio interesse al
progetto C.R.C. giustificandolo con il palese interesse per la collettività giungere alla bonifica del sito dai
rifiuti.
Il documento
presentato dal gruppo di lavoroè la sintesi di 8 incontri in 6 mesi e si basa su due possibili scenari:
scenario 0 à non realizzazione del progetto C.R.C.;
scenario 1 à realizzazione del progetto.
Le
conclusioni sono (le copio integralmente):
scenario 0 il mantenimento dello
status quo non è pensabile, va immaginato qualche tipo di intervento o
soluzione alternativa. I dati in possesso, allo stato attuale, non permettono
di valutare l’impatto ambientale;
scenario 1 allo stato attuale non risulta possibile valutare compiutamente il progetto
in quanto si tratta di uno studio di fattibilità e mancano elementi conoscitivi
importanti rispetto alla sua realizzabilità, quindi neppure valutare se l’intervento
proposto crei degli impatti inferiori o superiori allo stato di fatto dell’area (…).
Il Gruppo di lavoro ritiene
che per potere effettuare qualsiasi valutazione sia fondamentale l’acquisizione
di ulteriori elementi conoscitivi. Tra questi sono indispensabili e
propedeutici, quelli risultanti dal piano di caratterizzazione dell’area. Il piano
permetterebbe, infatti, di quantificare meglio gli oneri per la rimozione e l’eventuale
bonifica. Tali dati sono basilari per l’eventuale valutazione degli scenari
zero, uno e qualsiasi altro.
Bene, a prescindere
dalle conclusioni raggiunte (sostanzialmente mancano i dati per comprendere bene e poi decidere)
va ringraziato chi ha fatto parte del Gruppo dedicandogli tempo e disponibilità a
vantaggio di tutti, in principal modo quei cittadini che ne hanno fatto parte e
che hanno anche invitato l’Amministrazione ad analizzare con cautela l’indubbio
impatto di un eventuale impianto a biogas.
Di certo non
mi sento di ringraziare chi, come l’assessore ai lavori pubblici Bortolini, a questo tavolo ha partecipato con l’atteggiamento
ondivago e possibilista tanto da voler allegare al documento finale un estratto
delle linee guida di Legambiente sul biogas che, con ragionevole certezza consentono tali
impianti se realizzati secondo criteri ben precisi.
Evidentemente
l’assessore ha memoria corta visto che solo lo scorso maggio, nel corso di una
riunione informativa organizzata a Conscio, fu unanime la volontà dei cittadini contraria a costruire l’
impianto a bio masse (con grande imbarazzo di tutta la giunta quella sera orfana del Sindaco).
Come venirne
fuori? Visto che tutti , a parole, si dicono favorevoli sullo studio di caratterizzazione che costa dai 30 ai 50.000 euro
e che è stato avviato un tavolo con ARPAV, Provincia e C.R.C, è necessario che l’Amministrazione,
se vuole fugare i dubbi, metta a disposizione almeno 30.000 € e avvii lo studio dandogli priorità assoluta.
Considerato
che il programma elettorale di Giuliato prevedeva un chiaro contrasto a
qualsiasi progetto volto a
realizzare nuovi impianti di smaltimento del tipo inceneritori e
discariche ma che componenti della sua stessa maggioranza nei fatti danno
segnali contrastanti il Sindaco porti la questione in Consiglio comunale e si disfi di
questi soggetti che sembrano tenerlo in ostaggio.
L’unica cosa
certa sul fronte della salvaguardia ambientale rimane il blocco di nuove
discariche e l’ampliamento delle esistenti imposto dalla legge finanziaria
regionale nei comuni del Parco del Sile che fa sì che questo impianto e la discarica
Co.Ve.Ri. non si realizzino fino al 31 dicembre 2015 quando, il tanto vituperato
Ente Parco, presenterà uno
studio idrogeologico per individuare le vulnerabilità dei terreni di tutti gli
undici comuni che lo compongono (chissà perché questa parte è stata dimenticata
dal dott. Tomio nella sua esposizione di questa sera) e dubito moltissimo che
gli esiti consentiranno ulteriori compromissioni del territorio e del paesaggio alla faccia dei rappresentanti di Casale che, nei vari
consessi, la pensano e si comportano diversamente.